Cenotafio di mons. Giovanni Battista Rizzolati

Cenotafio di mons. Giovanni Battista Rizzolati

1851

GIOVAN BATTISTA RIZZOLATI (Clauzetto 3 marzo 1784 – ivi, 4 febbraio1851)
Nacque a Clauzetto il 3 marzo 1784 da Natale e Pasqua Politi. Seguiti gli studi presso il seminario diocesano come prima di lui aveva fatto il fratello Francesco Rizzolati (in seguito arciprete di San Marco in Pordenone, vicario generale e decano del capitolo concordiense), completò la formazione laureandosi in utroque iure (diritto civile e canonico) a Padova. Nominato abate, passò quindi all’insegnamento delle belle lettere presso il seminario diocesano a Portogruaro, con particolare predilezione per lo studio dei classici latini e greci. Nel 1832 divenne arciprete d’Asio, incarico che seguirà sino alla morte avvenuta per un colpo apoplettico il 4 febbraio del 1851. Nel 1832 assunse inoltre la carica di ispettore scolastico per il distretto di Spilimbergo e nel 1847 fu infine nominato protonotario apostolico.
Autore di numerose opere letterarie, nuptialia ed orazioni, diede alle stampe nel 1833 con i tipi della Minerva di Padova una raccolta intitolata “Sermoni ed epistole” che ottenne buon favore di critica e di pubblico; nel 1825, pubblicò un’opera in elogio della famiglia Politi per celebrare l’inaugurazione della pala del San Giovanni Battista nella chiesa di San Giacomo, dono del celebre artista Odorico Politi del quale, nel 1847, pronuncerà e pubblicherà l’orazione funebre. Degno di menzione anche il suo scritto dedicato al vescovo cinese Giuseppe Rizzolati, suo congiunto.
Tradusse in friulano la parabola del figliuol prodigo, preziosa testimonianza della parlata asìna dell’epoca.
Socio corrispondente dell’Ateneo Veneto, collaborò col periodico sanvitese «L’amico del contadino» (1842-1848), diretto dal conte Gherardo Freschi, scrivendo alcuni articoli dedicati all’agricoltura nella pieve d’Asio, di cui uno dedicato alla produzione del formaggio Asìno ed un altro alla verza alta o cavolo di Fanna nonché altri scritti relativi all’economia del territorio.
Nella chiesa di San Paolo sulla parete sinistra della navata è presente il grande cenotafio in pietra dedicatogli dal nipote Antonio Cescutti.